
©Franziska Strauss

La Nona (dal caos, il corpo)
Compagnia Zappalà Danza
Danza
Con La Nona il progetto della Compagnia Zappalà Danza si arricchisce di un nuovo e importante tassello: l’ultima sinfonia di Beethoven è la fonte di ispirazione per il loro scenografico e armonico spettacolo.
È sempre a partire dal corpo e dalle sue storie che Zappalà propone una riflessione sull’uomo e sull’umanità. L’umanità in transito è in movimento, che è il contrario di immobilità, di immutabilità, di idee assolute e di assenza di dubbio. L’umanità che danza nello spettacolo è un’umanità che si sviluppa da un processo di accumulazione, da un caos primordiale, da una pluralità di intrecci e microstorie conflittuali e negative, che sfociano, nella seconda parte, nella pacificazione dell’adagio e nella gioia finale del quarto movimento.
Accostarsi alla Nona di Beethoven è un avvicinarsi alla Musica per eccellenza. E se la musica non può fare a meno del silenzio, il silenzio è anche il primo e ineludibile passo dell’ascolto e quindi del riconoscimento dell’altro; e il riconoscimento reciproco dell’altro è la via per la pacificazione sperata da Beethoven.
In scena, insieme ai due pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro, e a dodici danzatori della compagnia, anche il controtenore Riccardo Angelo Strano.
Zappalà: ecumenico e potente. La sua La Nona. Dal caos, il corpo è creazione maggiore e degna di lode. Una danza potente che prende le mosse dall’iniziativa del singolo e cresce per progressiva aggiunta di danzatori. (…) Icone di corpi fragili e smarriti, esultanti e tristi in cerca di un abbraccio con l’altro, in cerca di una spiritualità che elevi dalle bassezze del mondo. (Maria Luisa Buzzi, Danza&Danza)