
©Susann Moser-Ehinger

Come un topo nel formaggio
di Gardi Hutter
Essere e avere, consumismo e saturazione, noia e avidità, difesa della proprietà ed emarginazione dei meno abbienti: tutto questo è Come un topo nel formaggio. Nonostante le sembianze di ingenuità e goffaggine dei pagliacci, sotto il giocare gaio si nascondono le tragedie esistenziali e la meschinità del quotidiano.
La storia è semplice: un topo affamato osserva con un telescopio/canna-fumaria un gran pezzo di formaggio rinchiuso in una trappola. A lato sono appesi i quadri dei familiari defunti che non hanno saputo resistere al suo profumo. Il topo, furbo, si immerge in ricerche scientifiche e trova una soluzione per accedere all'oggetto del suo desiderio, senza restare intrappolato.
Purtroppo, come succede spesso nella vita, quando si raggiunge un obiettivo cominciano i veri problemi. Ma come sempre, il clown di Gardi Hutter non sa nulla di tutto ciò e si spinge con buffa testardaggine verso la catastrofe. Paradossalmente, ciò che per il clown non è affatto divertente, fa ridere e divertire il pubblico dall’inizio alla fine dello spettacolo.