
©Maida Carvallo
Estado Vegetal
Manuela Infante
Spettacolo in spagnolo, sopratitoli in italiano
Manuela Infante una delle giovani leve del teatro cileno, autrice e regista di grande talento arriva a Lugano e debutta col suo nuovo lavoro
Estado vegetal è un monologo polifonico, ramificato, lussureggiante, ripetitivo. La protagonista è una donna che non è un individuo; è una folla, uno sciame. Questo non è opera animale è un opera vegetale. Basandosi sul pensiero rivoluzionario di filosofi e neurobiologi vegetali Michael Marder e come Stefano Mancuso che suggeriscono di rivalutare il nostro concetto di regno vegetale generalmente sottovalutato.
L’idea è scoprire come i concetti come l’intelligenza vegetale o l’anima vegetativa possono trasformare la nostra pratica creativa. Se accettiamo che le piante hanno altri modi di pensare, sentire, comunicare, un altro modo di essere intelligenti, un’altra coscienza e un altro senso del tempo, forse possiamo trasformare le nostre nozioni di ciò che si sta pensando, sentendo, comunicare e essere a conoscenza. Nelle parole di Estado Vegetal gira senza sosta intorno a un dialogo impossibile, quello tra gli esseri umani e le piante. Il dialogo fallito con la natura che è forse il nostro monologo più innato.
Tra i suoi lavori: Prat, Juana, Narciso e Zoo; Fin premiato al Modena Festival (2008); What’s he building in there?(2011) risultato di una residenza nel prestigioso The Watermill Center diretto da Bob Wilson; dirige On the Beach premiato al Barishnikov Arts Center di New York e Don’t Feed the Humans al Hebbel am Uffer a Berlino.
CILE